COME APRIRE UN’ATTIVITA’ COMMERCIALE

29 Agosto 2022 di Amministratore

Con il termine attività commerciale ci si riferisce alle attività legate alla produzione o alla vendita di merci. Pensiamo ai negozi (compresi gli e-commerce), bar, ristoranti e grossisti. Tra le attività commerciali non rientrano quelle che si svolgono intorno a associazioni di volontariato o di natura sociale, mentre alcune attività del terzo settore possono rientrarvi.

Quando si decide di avviare una attività commerciale, vanno tenute in considerazione: la forma giuridica (ditta individuale, impresa familiare, società), gli adempimenti burocratici da svolgere, i costi per avviare l’impresa e condurla nel tempo, l’iscrizione all’INPS e all’INAIL, le eventuali qualifiche e attestati necessari.

Le attività commerciali si distinguono sulla base della tipologia di prodotti venduti e sulle modalità di vendita. La vendita può essere:

  • All’ingrosso: svolto dai soggetti che acquistano merci in nome e per conto proprio e le rivendono ad altri commercianti, grossisti o dettaglianti;
  • Al dettaglio: svolto direttamente nei confronti del consumatore finale;
  • Tramite forme speciali: svolto mediante distributori o apparecchi automatici, per televisione o altri sistemi di comunicazione, al domicilio dei compratori, vendita online.

Cos’è un’Attività Commerciale

Un’attività commerciale è una attività che si sviluppa intorno alla produzione o alla vendita di merci. Le attività commerciali si possono organizzare tramite vendita presso negozi fisici, all’ingrosso o al dettaglio, oppure tramite piattaforme di vendita online (e-commerce).

Quando si decide di avviare un’attività di questo tipo, è necessario stabilire qual è la modalità di vendita principale, oppure è possibile affiancare la vendita presso un negozio fisico a quella online.

Un’attività commerciale è una impresa a tutti gli effetti, per cui è necessario seguire le norme di legge che riguardano l’apertura della Partita Iva, l’iscrizione ad un ente previdenziale e rispettare tutte le norme del settore. Inoltre, le attività commerciali possono muoversi in diversi settori:

  • Attività industriale per la produzione di beni e servizi;
  • Attività di trasporto tramite terra, acqua o aria;
  • Attività intermediaria per la vendita di beni;
  • Attività bancarie o assicurative;
  • Attività ausiliarie a quelle precedenti.

In ogni caso, una attività di questo tipo per funzionare deve disporre di un imprenditore commerciale e può essere anche formata da più soci, oppure possono essere presenti diversi collaboratori interni e esterni o dipendenti.

Per poter aprire un’attività commerciale occorre rispettare alcuni requisiti. Ovvero, il soggetto deve aver compiuto la maggiore età, non deve avere precedenti dichiarazioni di fallimento, deve essere residente in Italia e non deve riportare condanne penali o restrizioni normative.

A seconda dell’attività che si desidera aprire possono essere previsti ulteriori requisiti. Le attività devono essere in locali idonei e in alcuni casi solo in determinate zone del Comune e per determinate specializzazioni e rispettando un limite al numero degli esercizi. Dal 2010 è avvenuta una semplificazione delle regole necessarie, eliminando per alcune attività i requisiti professionali e soprattutto abbreviando le procedure per iniziare una attività, nella maggioranza dei casi si utilizza la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività).

Quali Attività Non sono Commerciali

Vediamo qui quali attività non sono considerate commerciali, ovvero non rientrano tra quelle viste fino qui e necessitano di una forma organizzativa diversa:

  • Attività svolte in modo gratuito, o la cui rendita non supera i costi di gestione;
  • Attività di ricerca o di natura sociale condotte da enti e università;
  • Raccolte pubbliche per campagne di sensibilizzazione e iniziative similari;
  • Servizi di convenzione e accreditamento con enti pubblici;
  • Entrate di denaro che derivano da contributi e erogazioni liberali;
  • Quote associative;
  • Attività di vendita per sovvenzione di organizzazioni di volontariato;
  • Cessione di beni e servizi prodotti dai volontari;
  • Attività di somministrazione di alimenti e bevande presso raduni e manifestazioni di organizzazioni di volontariato.

Forma Giuridica dell’impresa

Avviando una attività commerciale, è indispensabile aprire una Partita Iva, per adempiere a tutti gli obblighi di tipo fiscale e contabile. Tuttavia bisogna anche scegliere la forma giuridica che avrà l’attività commerciale, e decidere se verrà condotta da un unico titolare, oppure da più soci, tramite una società.

Inoltre, è necessario iscriversi al Registro delle Imprese, registrarsi all’INPS e eventualmente all’INAIL. Principalmente, le forme giuridiche di un’impresa commerciale sono le seguenti:

  • Ditta individuale: in questo caso vi è un unico titolare, che è l’unico responsabile dell’attività di impresa, e deve occuparsi interamente della sua gestione. Ad oggi una ditta individuale ha alcuni vantaggi di gestione legati in particolare alla scelta del regime fiscale forfettario, per cui è possibile accedere ad uno sgravio fiscale con imposte al 5% per i primi 5 anni, che salgono al 15% successivamente. Tra gli svantaggi di questa forma giuridica, vi è la gestione interamente a carico di un soggetto, che, se incorre in debiti, ne dovrà rispondere unicamente e in prima persona, anche con i propri beni. Questa scelta è ideale se si svolgono attività prive di grossi investimenti e rischi e soprattutto di piccole dimensioni;
  • Impresa familiare: anche in questo caso la responsabilità è dell’unico titolare, tuttavia impiega anche il lavoro della propria famiglia. Dal punto di vista fiscale l’impresa familiare rientra nella ditta individuale, tuttavia anche i familiari, in quanto collaboratori, hanno precisi diritti. Generalmente la rendita dall’attività va al 51% al titolare e al 49% ai familiari. Anche l’impresa familiare è adatta a piccole attività;
  • Società di persone: questo tipo di forma giuridica è la più semplice, in cui sono coinvolti da due a più soci. Mentre per la società semplice (s.s.) non è facoltà allo svolgimento di attività commerciali, la società in nome collettivo (s.n.c.) è la più indicata. In questo caso comunque, tutti i soci sono responsabili solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali ed è possibile incorrere nel fallimento dell’attività. Un’altra forma giuridica la troviamo con la società in accomandita semplice (s.a.s.) la quale è caratterizzata dalla presenza di due categorie di soci: gli accomandatari, ai quali spetta in via esclusiva l’amministrazione e la gestione della società. Essi hanno una responsabilità illimitata e solidale per l’adempimento delle obbligazioni sociali e pertanto, sono in una situazione analoga a quella dei soci della s.n.c., ed i soci accomandanti, ai quali non spetta l’amministrazione e rispondono per le obbligazioni sociali nei limiti della quota conferita, salve alcune eccezioni disciplinate dalla legge.

Queste sono le principali forme giuridiche destinate alle attività di tipo commerciale: la scelta è determinante per tutta una serie di fattori, come l’imposizione fiscale, l’organizzazione stessa dell’attività e i suoi componenti.

Attività Commerciali del Terzo Settore

Recentemente alcune attività del terzo settore sono state inserite dalle norme italiane tra le attività commerciali. Il requisito in questo caso è che i ricavi provenienti dall’attività commerciale superino i ricavi non commerciali cumulati dalla stessa attività.

Questo vuol dire che sono ammesse le attività del terzo settore tra quelle commerciali nel caso di cessione di beni o servizi verso i soci dell’attività e i familiari, con il pagamento di corrispettivi specifici, oppure nel caso di attività di interesse generale, oppure per attività diverse.

Adempimenti Specifici di Settore

Va sottolineato che, in base al settore specifico in cui si muove l’attività, è necessario rispettare alcuni requisiti specifici. Vediamo prima un elenco di adempimenti comuni a tutte le attività di questo tipo:

  • Aprire la Partita Iva all’Agenzia delle Entrate;
  • Iscriversi al Registro delle Imprese alla Camera di Commercio;
  • Iscriversi ad una posizione INPS e INAIL;
  • Chiedere l’autorizzazione per l’esposizione dell’insegna;
  • Comunicare l’inizio attività (tramite SCIA o REA).

Oltre a questi adempimenti, è necessario rispettare anche tutta una serie di obblighi collegati all’attività specifica. In particolare talvolta può essere necessario per il titolare possedere qualifiche specifiche o attestati, come l’HACCP per poter gestire un locale che vende prodotti alimentari. Facciamo qui qualche esempio di adempimenti necessari per alcuni settori:

  • Aprire un bar: è necessario avere esperienza nel settore, qualifiche formative e attestati per la gestione di prodotti alimentari;
  • Aprire una tabaccheria: è necessario richiedere una licenza specifica;
  • Aprire una libreria: è necessario seguire le regole di sicurezza antincendio;
  • Aprire una farmacia: è necessaria la presenza di un farmacista qualificato.

Inoltre, per aprire una attività commerciale, è necessario individuare la zona più adatta e avere il permesso del Comune: in alcuni casi, per ragioni di concorrenza, non è possibile avviare una attività di questo tipo in un determinato quartiere.

Quanto Costa Avviare un’Impresa Commerciale

Per avviare un’attività commerciale è necessario sostenere dei costi, sia durante la fase di apertura sia successivamente. Da un lato vi sono i costi per gli adempimenti burocratici, e per l’affiancamento da parte di professionisti intermediari o commercialisti.

Dall’altro lato, bisogna considerare le spese per il sostentamento dell’attività, ovvero i costi per lo spazio in cui opera (nel caso di negozio fisico, l’affitto delle stanze oppure il mutuo per l’immobile, nel caso di negozio virtuale, l’assistenza informatica e tecnica), vanno aggiunti i costi mensili per le bollette dell’illuminazione degli spazi e la spesa per l’acquisto dai fornitori di prodotti e materiali da commercializzare.

Inoltre, vanno considerate poi ogni anno le somme destinate alle tasse da versare allo stato, sulla base della gestione fiscale scelta, e i contributi da versare a fini pensionistici. A queste spese possono sommarsi eventuali spese straordinarie per riparazioni, oppure la quota da destinare ai dipendenti in caso ce ne siano.

Prima di avviare un’impresa di questo tipo è necessario valutare quindi qual è la capacità di spesa iniziale, e fare una stima dei possibili guadagni, in modo da non trovarsi in una spiacevole situazione in cui i ricavi sono inferiori agli costi.